M.Aivanov
"Imporsi agli altri, dare ordini: questo, gli esseri umani lo
fanno spontaneamente. Ma quando in loro si manifesta un desiderio
che li avvinghia come un serpente, si mettono a sua disposizione
e capitolano senza opporre resistenza. Analizzatevi e vedrete che
è proprio così che succede, anche con voi.
Gli esseri umani sono capaci di dare ordini agli altri, ma
incapaci di darne a se stessi per ristabilire la situazione. Ora,
il lavoro del discepolo consiste appunto nel prendere coscienza
del proprio essere interiore per ristabilirvi l’ordine, per
ritrovare quella regalità perduta a causa dei suoi desideri
inferiori e delle sue passioni. Tutti i lavori che egli può
realizzare in altri campi impallidiscono di fronte
all’importanza di un unico lavoro: mettersi in armonia con il
Cosmo e instaurare quell'armonia nel proprio regno, imponendosi
al proprio popolo – vale a dire proprie sue cellule. A queste,
egli dice: «Farete la mia volontà e nient'altro!» e le cellule
sono obbligate a sottomettersi, perché egli si impone a loro non
in virtù della sua autorità personale, ma grazie alla sua
obbedienza alle leggi divine. È così che ritrova la sua
regalità."
Omraam Mikhaël Aïvanhov
venerdì 16 dicembre 2011
venerdì 2 dicembre 2011
questo scritto di Luca mi è piaciuto molto
questo tuo scritto, Luca, mi è piaciuto molto. tornando alla nostra discussione "etica ed estetica" è uscita da te l'Etica che non è di questo mondo. è bello!
sa, ieri sera-notte volevo-dovevo lavorare perché sono abbastanza nella c..ca,ma prima volevo scriverle.
Non è stata una cosa meditata scientemente,è cominciato a uscire da me un fiume di pensieri e parole,sentimenti e altro...ci ho messo 2 ore a scrivere le 2 mail,per ordinare e concatenare le frasi in un filo logico e intellegibile a chi mi leggesse dall'altra parte,anche se mi conosce.
Non si è trattato di maniacale puntiglio di precisione,ma piuttosto, poiché l'argomento è importante e intimo per me,di cercare di rivelarmi al meglio di quel che ne sono capace.
Ogni parola,tanto più se scritta,ha il suo posto,e il suo significato singolo e quello della frase nel suo insieme può cambiare e trasmettere un messaggio distorto o meno a seconda di come la si posiziona,la si sceglie, dosa e calibra (come i toni,mezzi e quarti,oppure i "niente"di una variante di colore,che pur essendo niente sono qualcosa comunque).
Di più, non essendoci gli occhi che si guardano,gli atteggiamenti e la comunicazione non-verbale è ancora più difficile trasmettere le sfumature.
Ma d'altra parte interviene la "scultura" e l' "architettura" al posto della "pittura" e le forme si stagliano più nette,non c'è la mediazione delle velature e quindi,in un certo senso,la verità o sincerità che dir si voglia,può emergere più chiara e "vera".
Con i suoi pro e i suoi contro, per chi scrive di sé naturalmente.
E' un rischio che alla mia età si può correre. Snudarsi,mettersi a nudo,con misura e pudore. (..oh,affiora improvvisamente e naturalmente alla mia "coscienza" solo ora,che è il gesto compiuto realmente da S. Francesco....)
Svela il mio desiderio di essere compreso e anche se non del tutto,comunque accettato dall'altro.
Compreso ed accettato non significa che l'altro si identifichi con le mie posizioni, i miei convincimenti,i miei giudizi,ma pur nella dialettica e nella critica,a volte anche nella contrapposizione,non strumentale-non gretta - non d'interesse-si scopra di avere fondamentalmente la stessa scala di valori. Destra, Sinistra, Centro, sopra, sotto, Oriente e Occidente,tutto converge e confluisce verso un solo Focus = volersi bene, amare, perché l'unico modo vero e non ipocrita-prima di tutto con sè stessi - di amare è farlo con chi si ha sotto mano,poi si può allargare l'orizzonte.
Il cammino inverso,per me,è illusorio e fa' sì che ci perdiamo nei Massimi Sistemi e finiamo esattamente azione dopo azione,giorno dopo giorno,anno dopo anno e così passa la vita, all'opposto di dove sinceramente aspireremmo essere ed arrivare. Anche se per molti,me compreso,è l'esperienza quotidiana dei nostri limiti ed egoismi.
Esagero:sono convinto che il Cristo non sia il Buddha e nemmeno Maometto - Muhammad, neanche un altro Maestro,ma solo Lui ci ha reso visibile e tangibile e umanamente accessibile al nostro affetto e poi Amore, il Padre,anzi il Babbo o Papà (Abba) - Giovanni Paolo I ha avuto l'ardire di dire in pubblico la Mamma,e ha sciolto la commozione e l'indurimento del cuore di molti.
Ma ciò non vuol dire chiudere inesorabilmente fuori dalla porta della nostra vita e della nostra povera-grande capacità di amare il resto.
Anzi.
L'impegno derivante dall'amore e dall'amare è proprio quello di unire e non separare,cercare di amare con fatica e perseveranza quotidiana,fatta di piccoli gesti e piccoli passi,umili,nascosti ed invisibili ai più che non amano fare la fatica di accorgersi,demolire i Muri di Berlino del proprio cuore.
Difficile,duro e faticoso,ma è così.
Lo dico a voce alta per dirlo a mè stesso prima di tutto.
Sono ben lontano da questo e sperimento tutti i giorni,in continuazione,azione dopo azione,il naufragio delle buone intenzioni e delle buone speranze della sera prima per il giorno successivo.
Ma resta comunque il fatto che "è così".
buonanotte
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