" ... il sentiero che ogni discepolo percorre è necessariamente un sentiero solitario. Quello dell’iniziato è ancor più solitario. Il sentiero di un salvatore del mondo è il più solitario di tutti. Questa condizione sarà però presto alleviata. Lungo le età sono apparsi molti di questi grandi Maestri, alcuni qui, altri là. Abbiamo mai considerato la loro profonda solitudine? Nessuno poteva comprenderli. Forse furono canonizzati centinaia di anni dopo la loro scomparsa. Ma ora vi sono così tanti aspiranti, così tanti sul sentiero del discepolato, che forse la coscienza di gruppo comincia ad apparire negli affari del mondo; ora sarà una solitudine di gruppo, anziché una solitudine individuale."
(A.Bailey, Le fatiche di Ercole)
A.Bailey
CIAO SASHA,
RispondiEliminaCONDIVIDO PIENAMENTE IL CONCETTO SULLA SOLITUDINE. DA SEMPRE PENSO A CHI E’ PIU’ AVANTI, A CHI E’ ILLUMINATO FINO A CHI E’ SALVATORE COME E’ SOLO, ASSOLUTAMENTE SOLO MA SEMPRE GUIDATO DALLA LUCE. NELLA LUCE. PER NOI uomini LA SOLITUDINE C’E’, E’ PARTE DI NOI, PURTROPPO, MA E’ ANCHE ACCOMPAGNATA DALL’OMBRA. PER MOLTI PERO’ QUESTA SOMMA E’ LA SOLLECITAZIONE PER LA RICERCA DELLA LUCE E, PER FARLO, SOVENTE SI UNISCE IN GRUPPO. POI C’E’ LA SOLITUDINE DI GRUPPO, FINCHE’ NON SI SA ANDARE OLTRE.
IL “NON ADULTO” SOFFRE PER DUE RAGIONI: PERCHE’ NON RIESCE A DIVENTARE ADULTO, AD ANDARE OLTRE E PERCHE’ FA SOFFRIRE GLI ALTRI “BAMBINI”.
STIMOLANTI QUESTI PENSIERI CHE HAI PROPOSTI.
GRAZIE,
ANNA